ALL'EUROPA MANCA TRUMP!
In un contesto così altamente frenetico, manca qualcosa all'unione Europea, forse, al vecchio continente manca una figura di Spicco.
CONTESTO EUROPEO
Lorenzo Serio
5/7/20253 min read


Dove manca l’Europa? L’assenza di un “Trump europeo” tra leadership, carisma e strategia globale
Una produzione della Mrcrescita Trading Academy
In un contesto geopolitico sempre più complesso, fatto di tensioni economiche, nuovi equilibri internazionali e leadership spregiudicate, una domanda comincia a farsi strada nei circoli politici e finanziari europei: perché l’Europa non ha e forse non può avere una figura come Donald Trump?
Trump, attualmente presidente degli Stati Uniti per il mandato 2025-2029, è tornato sulla scena con una forza comunicativa e una rete internazionale ancora più ampia rispetto al passato. Che piaccia o no, è una figura polarizzante ma di spessore. Parla da uomo d’affari, agisce da statista strategico e comunica da leader planetario. Il mondo ascolta, gli alleati si posizionano, gli avversari reagiscono. E nel frattempo, l’America stringe accordi, rafforza alleanze o le spezza e indirizza l’economia globale.
E in Europa? Il vuoto.
Nel cuore dell’Unione Europea manca un personaggio con quel mix di carisma, visione strategica e capacità di stringere rapporti commerciali forti e duraturi con il resto del mondo. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, incarna l’istituzionalità diplomatica ma senza la forza retorica o il peso politico per imporsi come riferimento planetario. I suoi interventi sono più tecnocratici che simbolici. E questo, in un’epoca in cui la narrazione è tutto, pesa.
Non a caso, negli ultimi mesi, circolano voci sempre più insistenti all’interno delle stanze di Bruxelles. Pare infatti che una parte della commissione sia ormai pronta a spingere von der Leyen verso un “licenziamento” forzato. Le motivazioni sono molteplici. Da una parte, il suo approccio troppo tiepido e frammentato nei confronti di scenari bellici sempre più delicati. Dall’altra, un’eccessiva accondiscendenza verso partner come la Cina, che da alcuni viene vista come una mancanza di difesa dell’interesse europeo. Alla fine dei giochi, a rimetterci è sempre l’Europa, che resta impantanata in logiche di compromesso e mediazione permanente.
Sul piano nazionale, la premier italiana Giorgia Meloni è una delle poche leader europee ad aver tentato una proiezione estera più decisa, specie nel corso del 2024 e in questo inizio di 2025. Ha avviato contatti con diverse realtà mediorientali, cercando di uscire dalla gabbia eurocentrica tipica di molti suoi predecessori. Ma il salto di scala da leader nazionale a player globale è ancora lontano. Non ha ancora il peso economico, la rete di contatti né la macchina comunicativa per competere sul piano internazionale come fa Trump.
Emmanuel Macron, invece, pur avendo tentato la carta del “leader europeo” dopo l’uscita di scena della Merkel, si è spesso perso nei meandri del proprio ego politico. A differenza di Trump, Macron dà l’idea di voler piacere a tutti e di cambiare rotta a seconda del vento. Il risultato è una Francia meno influente di quanto si aspettava e un’Europa sempre più divisa.
L’Europa, oggi, non ha una figura capace di mantenere salde le redini di un progetto comune, né di far valere un pensiero unico e coerente sul piano geopolitico. Le idee cambiano con le maggioranze, con le pressioni elettorali, con gli umori dei mercati. E così anche le strategie economiche e le alleanze internazionali. L’assenza di coerenza e di una visione forte genera instabilità e rende l’Europa debole agli occhi del mondo.
Serve qualcuno che unisca pragmatismo economico, abilità diplomatica e una presenza mediatica forte. Qualcuno che sappia parlare al popolo europeo con parole dirette, ma che allo stesso tempo abbia l’intelligenza di muoversi nei corridoi delle grandi potenze.
Qualcuno che non cambi direzione ogni trimestre per soddisfare un interesse di parte o un algoritmo di consenso.
In definitiva, quello che manca in Europa non è solo un “Trump europeo” come nome o stile, ma una figura che sappia costruire influenza, accordi e visione in modo duraturo. Perché l’epoca in cui viviamo non aspetta chi è incerto e il palcoscenico globale è già occupato da chi sa parlare forte e chiaro.
All’Europa, oggi più che mai, abbiamo compreso che manca una figura di riferimento come Donald Trump. Una figura che sappia parlare, agire e rappresentare con coerenza e autorevolezza. E questa mancanza rischia di farsi ancora più pesante con l’avanzare del mandato di Trump stesso, perché più ci si addentrerà negli anni di cambiamento globale che stiamo attraversando, più le decisioni prese ora diventeranno spartiacque irreversibili. È per questo che diventa doveroso soffermarsi su questo punto con lucidità e visione, e non relegarlo a un semplice dibattito tra correnti politiche.
A margine, segnalo che questo contenuto Blog è disponibile anche per chi non è uno studente diretto della mia Academy. Ma All’interno del programma di Mentor, nel canale Extra News, trovate ( per chi desidera entrarci ) infatti la puntata numero 2 del format Zoom a mercato aperto, realizzata in compagnia di Roberto Zara ( studente della Mrcrescita Trading Academy ), in cui abbiamo dibattuto per oltre 40 minuti proprio su questo tema centrale e, a mio avviso, ancora largamente ignorato.
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